Philips 298P4QJEB in test
Colour banding
Come primo test abbiamo verificato la presenza del classico fenomeno del colour banding, ovvero delle bande di colore sulle sfumature, con diverse tonalità.
Il comportamento del Philips 298P4QJEB, con profondità 8-bit senza dithering, è buono, rimanendo nella norma per la tipologia del prodotto.
Uniformità
Suddividendo lo schermo in nove rettangoli, abbiamo misurato con il colorimetro l’uniformità della luminosità e dei colori. La differenza massima registrata è risultata pari al 5%, con una media del 2,3%, per quanto riguarda la luminosità, mentre per il colore, il Delta-E maggiore è stato di 4,7, con una media del 2,4.
Abbiamo inoltre catturato due immagini con una schermata nera al buio con diverso tempo di esposizione della fotocamera. L’immagine di sinistra riporta la situazione più simile riscontrabile a occhio nudo, mentre quella di destra ha una sensibilità maggiore alla luminosità.
La retroilluminazione appare soddisfacente. In questo test l’esemplare in esame non ha evidenziato gravi problemi di bleeding. I fasci negli angoli a sinistra non risultano particolarmente fastidiosi, se non in condizioni estreme, ma sono maggiormente rilevanti quei punti rossi in alto (stuck pixel). Il difetto, che è decisamente imputabile al singolo esemplare, sembra essere causato da un’eccessiva pressione inferta con le dita. Non appare dunque un difetto simile a quanto visto nell’ASUS MX279H.
Angoli di visione
Uno dei maggiori punti di forza dei pannelli di tipologia IPS sono gli angoli di visione molto ampi, più di quelli presenti su pannelli VA e, a maggior ragione, dei TN. Dato il rapporto, il lato più distante tende più facilmente a scurire rispetto al resto della riproduzione, ma gli angoli di visione rimangono buoni grazie al pannello AH-IPS.
Come già appurato nella recensione del monitor AOC q2963Pm, questo pannello AH-IPS non è immune dal problema definito IPS glow; le tonalità più scure tendono a schiarire all'aumentare dell'angolo di visione.
Reattività
Tramite il software PixPerAn abbiamo catturato dieci foto per il monitor in esame con i setting per l'overdrive presenti, riportandone il migliore e il peggiore risultato della sequenza.
Nell’estrapolazione media dei risultati, il setting più spinto, “il più veloce”, è stato l’unico a non manifestare mai più di un’immagine ghost. Lo stesso, non ha un’azione repentina con elevati overshoot che genera il classico reverse ghost. Il salto tra una modalità e l’altra non è particolarmente evidente e in ambito diverso dal gaming, non si notano differenze. È parso leggermente più reattivo l’AOC q2963pm, ma la differenza non è comunque marcata.