Analisi dell’interfaccia e delle funzionalità
L’interfaccia è abbastanza intuitiva a primo impatto. Nella schermata principale abbiamo al centro 6 icone che rappresentano i dispositivi collegati a ciascun canale. Di base troviamo 6 ventole ma possiamo modificare ciascun canale in modo da attribuirlo al controllo di una pompa o di un flussimetro.
Per selezionare il canale desiderato possiamo ruotare la ghiera principale, le varie icone ruoteranno sullo schermo come in un jukebox. Per le configurazioni principali di tale canale occorre premere sulla ghiera. In questo modo potremo configurare l’intensità in percentuale da assegnare a ciascun canale. La regolazione si può effettuare a step di 0.5V da 0 a 12V (per un totale di 24 step). Sullo schermo sarà visualizzato il corrispondente voltaggio o RPM, valori misurati direttamente dal dispositivo collegato, sia esso una ventola o una pompa. Sarà inoltre possibile impostare un allarme, in caso di arresto della ventola o della pompa, causa rottura. Una volta impostato l’icona dall’icona della campanella sparirà la X interna, che ci segnala quindi l’abilitazione dell’allarme. Il buzzer integrato ci segnalerà eventuali anomalie e ci permetterà di intervenire in tempo.
Passando alle impostazioni avanzate, possiamo accedere ad esse tenendo a lungo premuto il primo tasto. Potremo innanzitutto scegliere tra una regolazione automatica e una manuale. In modalità automatica, selezioniamo una temperatura target e due valori di tensione, MIN e MAX: quando la temperatura rilevata sul sensore del canale corrispondente sarà al di sotto della soglia la tensione del canale sarà impostata sul valore MIN. Al di sopra valore, il voltaggio assegnato sarà pari al nostro valore MAX impostato. Durante i nostri test abbiamo notato inoltre che tali valori non sono applicati in modo diretto, ma in modo proporzionale alla distanza dal valore target. In questo modo il regime di rotazione della ventola varierà in modo graduale, senza bruschi sobbalzi, che potrebbero essere fastidiosi per l’orecchio dell’utente in caso di oscillazione attorno al valore di temperatura target. La regolazione in base alla temperatura sarà probabilmente più lassa, a tutto vantaggio però dell’esperienza di utilizzo del sistema. Occorre ricordare che il picco di tensione di startup, accorgimento presente in questo modello, viene applicato soltanto all’avvio del sistema: impostando in modalità automatica un voltaggio MIN inferiore al voltaggio minimo di rotazione della ventola, questa probabilmente si spegnerà e non ruoterà fino al raggiungimento della tensione minima di startup. In modalità manuale il controllo sulla temperatura non viene effettuato e viene impostato in modo fisso il valore da noi stabilito, in questo caso unico. Avrete modo di comprendere meglio il comportamento del fan controller nelle due modalità nel video che abbiamo realizzato per voi.
Sempre nella modalità avanzata possiamo decidere il tipo di dispositivo collegato al canale. Possiamo scegliere tra ventole, pompa e flussimetro. Il comportamento per ventole e pompe è simile, in entrambi i casi possiamo scegliere se visualizzare RPM o tensione in Volt. Per il flussimetro viene invece mostrato direttamente il valore in litri per ora o galloni per minuto. Purtroppo questa scelta si è rivelata fondamentalmente sbagliata, visto che non c’è uno standard univoco di misura per i flussimetri ma ognuno adotta un suo modo di contare. Altri flussimetri utilizzano una base differente e ovviamente non è stata prevista la possibilità di impostare questi parametri nell’interfaccia, in modo da ottenere un calcolo esatto del flusso. Con un po’ di attenzione sarà comunque possibile distinguere variazioni del flusso e comprendere se l’aggiunta di un componente nel loop ha influito in modo consistente sulla resistenza complessiva del circuito. Anche in questo caso sarà possibile impostare un allarme nel caso in cui il flusso del liquido si arresti. Sebbene possa sembrare ridondante rispetto all’allarme già impostato per la pompa, può tornare molto utile per chi non ha una pompa con controllo tachimetrico, come le Hydor Seltz ad alimentazione 220V, generalmente utilizzate negli acquari.
Tornando nell’interfaccia principale è inoltre possibile impostare la retroilluminazione del display premendo brevemente sul secondo pulsante. Sono disponibili 4 differenti livelli di intensità, più il livello off, per garantire sonni tranquilli a chi non tollera la luce di notte. In tutti i casi, il display è sempre estremamente leggibile; il terzo livello di luminosità ci è sembrato il miglior compromesso. L’icona della lampadina in alto a destra ci mostrerà il livello di luminosità impostato. Se dopo questa descrizione dell’interfaccia non ci avete capito un’acca, forse le modalità di controllo vi risulteranno più chiare dopo la visione del video dimostrativo che abbiamo realizzato per voi. Forze. Altrimenti Leo muore.
http://www.youtube.com/watch?v=4LUXuZKm6OY
Nel complesso l’interfaccia è molto accattivante e di facile utilizzo anche se a volte è difficile ricordarsi quale tasto occorre premere (e per quanto tempo) per accedere alle funzionalità avanzate o a quelle di base. Al fine di lasciare una grande superficie a disposizione del display e per mantenere il frontalino pulito, Lamptron ha scelto di limitare il numero di pulsanti presenti. Si poteva fare di meglio per facilitare l’interazione con controller, tuttavia una lettura attenta del manuale (presente però solo in inglese) sarà sufficiente per destreggiarsi nelle varie impostazioni.